Chi siamo - La nostra storia

La nascita

Volontari, in maggior parte famigliari di persone disabili o disabili stessi, hanno costituito la Cooperativa Sociale Yabboq nel 1981, anno internazionale dell'handicappato, per offrire servizi di riabilitazione fisica ed occasioni di socializzazione e di eventuale professionalizzazione a persone con disabilità di ogni tipo, con una particolare attenzione verso i "gravi".

 

Le strutture

Nel corso degli anni è stata recuperata e sviluppata la bella zona d'insediamento, prospiciente un laghetto artificiale ed immersa nel verde, e sono stati realizzati:

- due centri sociali che ospitano la direzione e le attività della cooperativa, oltre che corsi di formazione e spazi a disposizione di numerose realtà di volontariato e di promozione sociale;

- una palestra, una volta centro riabilitativo con piscina coperta, gestita da un'associazione sportiva;

- ministrutture produttive quali serre appositamente attrezzate per disabili e tunnel coperti, dove piccoli gruppi di utenti coltivano fiori e piante con la collaborazione di volontari anziani. Anche gli spazi verdi all'aperto della Yabboq sono a disposizione per attività di orticoltura biologica (senza uso di fitofarmaci ed esclusivamente con concime naturale) e di allevamento avicolo (pollaio);

- spazi attrezzati (spazi gioco per bambini, campo di bocce, barbecue e una tensostruttura per feste all'aperto e momenti liberi), che facilitano la frequentazione della struttura da parte della cittadinanza e la socializzazione con le persone con disabilità. Lo spazio giochi, situato in un ambiente piacevole e sicuro, rimane aperto alla cittadinanza tutti i giorni;

 

 

Yabboq: perchè

Giacobbe, con spregiudicatezza e decisione, cerca in tutti i modi di acquisire la primogenitura. Truffa il fratello Esaù (per un piatto di lenticchie), ottiene fraudolamente la benedizione del padre morente (rivestendosi di pelli di capretto per ingannarlo) e deve fuggire Esaù e la sua comprensibile ira.

Raggiunge Labano, ne sposa le figlie, lo serve per 25 anni e ancora una volta fugge non avendo ottenuto quello che desiderava. Il suocero lo insegue. Esaù, che non ha dimenticato, lo attende con centinaia di armati. Al guado del torrente Yabboq il momento della verità: fa passare famigliari, servi, armenti e resta da solo; appare un angelo che lotta con lui per tutta la notte; sente che è più forte e vuole carpirne la benedizione e raggiungere finalmente lo scopo di tutta la sua vita: la primogenitura e l'eredità delle promesse di Dio. L'angelo, per liberarsi prima dell'alba, lo colpisce al nervo sciatico (da allora Giacobbe resterà sciancato e in memoria di questa fatto prodigioso il popolo di Israele non mangerà più dell'agnello la parte del nervo sciatico). Giacobbe si aggrappa ancora più fortemente e disperatamente nella sofferenza e... ottiene la benedizione!

L'handicap non è un limite invalicabile alla propria realizzazione, come per Giacobbe (ormai sciancato ma divenuto "Israele" = forte con Dio) che da handicappato realizza quello che non è riuscito a ottenere da normodotato con tutta la sua spregiudicatezza e capacità.

 

Perché Yabboq?

Perché ci sia speranza!